A Solarussa una piazza per Roberta Zedda: il nostro videoracconto
A Solarussa la piazza davanti al municipio è stata intitolata alla dottoressa Roberta Zedda proprio nella giornata del triste ventiduesimo anniversario del suo assassinio durante il turno notturno di guardia medica. All’interno il videoracconto dell’ufficio stampa di questa bella e toccante cerimonia.

A Solarussa la piazza davanti al municipio è stata intitolata alla memoria di Roberta Zedda, la dottoressa di Sanluri uccisa durante il suo turno di guardia medica proprio nell’ambulatorio del paese dell’oristanese il 3 luglio 2003. Proprio nel ventiduesimo triste anniversario di quella notte tremenda, che scosse le coscienze di tutta la Sardegna e non solo, l’amministrazione comunale di Solarussa ha voluto con una solenne cerimonia dedicate uno spazio pubblico al ricordo della dottoressa Zedda, perché il suo sacrificio non sia mai dimenticato e perché queste tragedie davvero non si ripetano più.
Il racconto per musica e immagini dell’ufficio stampa della Asl 5 di questa bella e toccante cerimonia
IL COMUNICATO
Una piazza in memoria di una dottoressa, uccisa ventidue anni fa durante il suo turno di guardia medica.
A Solarussa la piazza davanti al municipio è stata intitolata a Roberta Zedda, proprio nella giornata del triste ventiduesimo anniversario da quella tragica notte.
VENTIDUE ANNI FA Era il 3 luglio 2003. Roberta Zedda, giovane medico originaria di Sanluri, fu barbaramente assassinata durante il suo turno di guardia medica a Solarussa. Aveva solo 33 anni. Roberta era una giovane e promettente dottoressa, che sognava di lavorare in Africa per aiutare i più deboli. La sua morte, ingiusta e dolorosa, ha segnato profondamente la coscienza civile della comunità medica e locale, dando avvio a riflessioni nazionali sulla sicurezza dei sanitari.
LA PIAZZA L’iniziativa di intitolazione della piazza è stata promossa dall’amministrazione comunale di Solarussa, in risposta a un’esigenza sentita e condivisa da tutta la cittadinanza, emersa anche da una consultazione pubblica. Alla cerimonia erano presenti il sindaco di Solarussa Mario Tendas, il collega di Sanluri Alberto Urpi, il commissario straordinario della Asl 5 Federico Argiolas e la direttrice sanitaria dell’azienda sanitaria oristanese Maddalena Satta, il prefetto di Oristano Salvatore Angieri, il presidente del Consiglio Regionale Piero Comandini e la signora Efisiana e Antonello Zedda, madre e fratello della compianta dottoressa di Sanluri, il presidente dell’Ordine dei Medici di Oristano Antonio Sulis e i presidenti degli altri Ordini provinciali della Sardegna. C’era anche il dottor Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri per dare un forte segnale di attenzione da parte della Federazione Nazionale nei confronti di un evento, che resta simbolo di quanto la professione medica possa essere esposta a rischi drammatici, in particolare nei servizi di emergenza e continuità assistenziale.
IL PROGRAMMA Prima la santa messa celebrata dal parroco don Mariano Pili, poi gli interventi istituzionali e l’intitolazione ufficiale della piazza. Infine un momento musicale con l’esibizione di cori polifonici locali.
LA ASL 5 Nel 2009 l’azienda sanitaria oristanese ha intitolato a Roberta Zedda l’ambulatorio della guardia medica di Solarussa, riaperto allora dopo sei anni di chiusura. Il 12 ottobre del 2013 è stato sempre dedicato alla giovane dottoressa il nuovo padiglione “DEA” dell’ospedale San Martino di Oristano, che ospita le Unità di Pronto Soccorso, Radiologia, Anestesia e Rianimazione ed il nuovo blocco operatorio. Ed ancora sono state organizzate diverse edizioni di un concorso per tutte le scuole della provincia sui temi della violenza delle donne e della parità di genere, sempre in memoria di Roberta Zedda.
Una giornata e una piazza per non dimenticare Roberta, il suo sorriso e il suo sacrificio. E perchè episodi del genere, davvero, non si ripetano più.
La locandina della manifestazione
LO SPECIALE DEL TG ASL 5 DELLO SCORSO ANNO IN RICORDO DI ROBERTA ZEDDA
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