“Accessi limitati ai reparti”: le precisazioni della direzione Asl 5

Il reparto di Medicina di Bosa è pienamente operativo, contrariamente a quanto affermato nell’articolo. Inoltre, l’ospedale di comunità di Ghilarza, a prevalente gestione infermieristica, impegna per 4/6 ore al giorno medici che devono presidiare, anche attraverso altre attività, un territorio penalizzato dalla carenza di medici di medicina generale.

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Data:
02 Marzo, 2023

In merito alle dichiarazioni del rappresentante del sindacato Cimo Giampiero Sulis, rese oggi al quotidiano “La Nuova Sardegna” nell’articolo  “Accessi limitati ai reparti, servono più medici”, il Direttore generale della Asl 5 di Oristano Angelo Maria Serusi precisa quanto segue.

Il dottor Sulis fornisce, nell’articolo, informazioni non aderenti alla verità, incaute e falsamente rappresentative della realtà in più punti del suo intervento.

In particolare, non corrisponde assolutamente al vero che il reparto di Medicina di Bosa sia chiuso e che il bacino della Planargia ne sia rimasto privo. Questo reparto, infatti, è pienamente operativo, con attualmente 24 pazienti ricoverati. Sarebbe opportuno dunque che il dottor Sulis, specialmente in virtù del ruolo di sindacalista da lui ricoperto, prima di effettuare affermazioni di tale gravità quale dare per chiuso un reparto in piena attività, si informasse meglio su quanto accade nella Asl 5.

Si coglie inoltre una sconfortante impreparazione nell’affrontare temi quale quello dell’ospedale di comunità di Ghilarza, nel momento in cui lo stesso afferma che in questa nuova struttura sono stati dirottati medici che sarebbe stato meglio mettere a disposizione del reparto di Medicina del San Martino.
Probabilmente il dottor Sulis non sa che l’ospedale di comunità è un modello a prevalente gestione infermieristica, come previsto dal DM 77, nel quale è previsto un numero di ore rese dai medici che va dalle 4 alle 6 ore al giorno, medici che sono quindi impegnati per una minima parte nell’ospedale di comunità di Ghilarza e per il resto in tutta una serie di attività cliniche e ambulatoriali di fondamentale importanza per il presidio di un territorio già fortemente penalizzato dalla mancanza di medici di medicina generale. Sarebbe prudente pertanto che in certe materie, specie in tema di nuovi servizi, prima di lasciarsi andare a dichiarazioni incaute e sprovvedute, se ne studiassero meglio i contenuti.

Il Direttore generale conclude rimarcando il dovere di garantire i servizi sanitari a tutto il territorio provinciale, non solo a quello di Oristano. Non esistono infatti cittadini di serie B: tutti hanno pari dignità e diritti di ricevere un’assistenza adeguata.

 


 

Riceviamo e pubblichiamo la nota di chiarimento  del rappresentante Cimo Giampiero Sulis in merito all’articolo  “Accessi limitati ai reparti. Servono più medici”.

 

“Buongiorno,

scrivo questo comunicato per chiarire i termini della situazione che mi ha visto coinvolto a seguito dell’articolo pubblicato dalla Nuova Sardegna in data 2 marzo 2023 dal titolo “Accessi limitati ai reparti Servono più medici” e a seguito della risposta apparsa sul sito aziendale.

Come ho avuto modo di chiarire sia con l’Azienda nella persona del Direttore Generale, il Dott. Serusi,  sia con la testata giornalistica che ha pubblicato l’articolo, non ho mai rilasciato alcuna delle dichiarazioni a me attribuite circa la chiusura della medicina di Bosa, tant’è che proprio pochi giorni prima dell’articolo nella riunione con i vertici dell’Azienda il sottoscritto ha sollecitato la remunerazione delle competenze dovute ai colleghi di Bosa i quali hanno in arretrato, per motivi vari, il pagamento delle prestazioni aggiuntive.

L’errore materiale è stato commesso dalla giornalista che ha redatto l’articolo come la stessa ha avuto modo di ammettere sia con il sottoscritto che con il Direttore Generale, pertanto risulta ovvio che il bacino della Planargia può contare sul reparto del nosocomio per tutti i ricoveri ammessi presso il presidio di Bosa. [….]

Altro punto che mi preme chiarire è relativo all’ospedale di comunità recentemente attivo a Ghilarza, che pertanto ovviamente non è certo a pieno regime di ricoveri, perché non si tratta certo di reparto di medicina come quello operativo in passato nel nosocomio ghilarzese e che pertanto non può né potrà essere un reparto come quelli degli ospedali di Bosa o Oristano, sia per la prevalente gestione infermieristica di questa struttura, sia per le caratteristiche dei pazienti che vi possono eccedere, infatti dai suddetti presidi ospedalieri sono stati inviati dall’apertura 4 o 5 pazienti in totale a fronte di due reparti costantemente a pieno regime di occupazione dei posti letto (circa 80 pazienti in totale giornaliero). Colgo l’occasione per ribadire che il sindacato non auspica certo la chiusura dei presidi ospedalieri territoriali ma chiede il loro potenziamento e il loro pieno funzionamento. Ci auspichiamo perciò che anche a Ghilarza si possa riaprire il reparto di medicina, presente per lungo tempo all’interno dell’ospedale e tanto utile anche di recente, pur con qualche difficoltà, nella gestione dell’emergenza Covid.

Vorrei in conclusione sottolineare che nel mio ruolo sindacale ho sempre manifestato la massima collaborazione con l’attuale dirigenza della Asl, incontrata più volte per analizzare varie problematiche, senza mai far mancare il contributo della mia sigla sindacale e sempre con lo scopo di rappresentare e tutelare le istanze dei medici che rappresento”.

 

Il Direttore Generale della Asl 5 Angelo Serusi, prende atto delle puntualizzazioni del rappresentante del sindacato Cimo, con il quale intercorrono rapporti di reciproca e costante collaborazione, seppure con punti di vista talvolta differenti. Si precisa inoltre che, contrariamente a quanto sostenuto dal quotidiano La Nuova Sardegna, non è in atto alcuno scontro tra la dirigenza Asl e la sigla sindacale, ma una proficua dialettica sugli obiettivi e sullo sviluppo aziendale.  A proposito dell’ospedale Delogu di Ghilarza, infine,  Serusi chiarisce ancora una volta che l’ospedale di comunità non è sostitutivo – al contrario di quanto scritto da  alcune testate online – del reparto di Medicina, reparto che,  come scritto nell’Atto aziendale recentemente approvato, resta incardinato a pieno titolo nell’ospedale Delogu.

 

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Ultimo aggiornamento

09 Marzo, 2023